Compositore inglese. Le circostanze della sua vita sono poco note. Si sa che esercitò anche l'astronomia e la matematica e che fu al servizio del fratello di Enrico v, Giovanni duca di Bedford. Poiché questi fu reggente in Francia, D. dovette seguirlo nei suoi viaggi in Europa: si possono così spiegare la fama raggiunta dal compositore sul continente, i parallelismi con l'arte francese e italiana e il fatto che la quasi totalità delle sue composizioni non sia conservata in biblioteche inglesi. A parte tre canzoni, la più celebre delle quali, O rosa bella, è di incerta attribuzione, tutto il corpo della produzione di D. pervenutaci consiste di musica liturgica su testo latino: 31 mottetti, varie parti staccate di messe e una messa completa nella quale (caso fra i più antichi) le cinque parti dell'«ordinarium» (Kyrie-Gloria-Credo-Sanctus-Agnus Dei) si trovano collegate da un'unità tematica. In reazione al formalismo dello stile musicale tardo-gotico, D. fuse in un nuovo linguaggio il complesso contrappunto vocale e ritmico dell'ars nova francese con il gusto delle consonanze armoniche proprio della polifonia inglese. È per questo considerato uno dei maestri più rappresentativi del Quattrocento musicale.